La certificazione ambientale nei Parchi
Il turismo, settore che pesa per circa il 10% sul PIL europeo, è il terzo comparto a maggiore potenziale di crescita economica dell’Unione, un potente motore di sviluppo locale e occupazionale dei Paesi Europei. In Italia, in particolare, il patrimonio culturale e ambientale rappresenta un elemento di fortissimo richiamo per il turismo.
Ma se è vero che il turismo è in grado di generare crescita economica e occupazionale, è anche vero che un suo sviluppo disordinato può causare seri problemi ambientali e sociali. Nel delicato rapporto tra turismo e ambiente può, infatti, innescarsi un circolo perverso: l’attrazione esercitata da molte località sui turisti può portare a un eccesso di turismo, l’eccesso di turismo può portare al degrado dell’ambiente e il degrado dell’ambiente porta inevitabilmente alla perdita di flussi turistici. Per questi motivi è necessario programmare un turismo sostenibile, ossia rendere il turismo un elemento di valorizzazione e non di consumo della qualità ambientale, paesaggistica e culturale dei territori.
Il ruolo dei parchi naturali
Se parliamo di turismo sostenibile, i parchi naturali, nazionali e regionali, e le altre aree naturali protette, svolgono un ruolo strategico, sia dal punto di vista della differenziazione dell’offerta, sia da quello delle potenzialità di sviluppo del settore. Negli anni più recenti i parchi e le aree naturali protette hanno intercettato una domanda turistica sempre crescente, volta alla ricerca di naturalità, di peculiarità e di tipicità, non solo paesaggistiche, ma anche culturali e produttive, legate alle tradizioni e identità dei luoghi. Ad oggi, il sistema turistico italiano trova, dunque, nella presenza dei parchi e di altre aree naturali protette, un punto di forza della propria offerta e una nuova capacità attrattiva, sia per ragioni legate all’estensione del territorio protetto, sia per la qualità dell’ambiente, dei luoghi e dei prodotti.
Proprio per questo motivo, tali territori necessitano di una governance capace di conciliare le esigenze di sviluppo con la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali.
Da questo punto di vista, gli enti gestori di aree protette portano il peso di una grossa responsabilità, devono essere cioè capaci di proporre un’idea di sviluppo che preservi i sistemi ecologici, che sia profondamente legata alla realtà territoriale e che non alteri in alcun modo l’ambiente naturale.
Gli strumenti che salvaguardano l’ambiente
Tra i diversi strumenti a disposizione degli enti, per garantire la salvaguardia dell’ambiente e l’eco-sostenibilità delle attività, i Regolamenti Europei EMAS ed Ecolabel UE si configurano come i più adeguati a garantire un impegno concreto sul miglioramento continuo delle prestazioni ambientali. In particolare, EMAS implica la necessità, da parte di tutte le organizzazioni che vi aderiscono, di mantenere sotto controllo gli aspetti ambientali, sia diretti che indiretti, di impegnarsi nel miglioramento continuo delle proprie performance ambientali e di comunicare con gli stakeholder.
Su quest’ultimo aspetto, tramite la Dichiarazione ambientale, si ha a disposizione uno strumento di grande potenzialità ai fini della divulgazione dell’informazione a tutti i portatori di interesse sulle attività e sui programmi del parco. Infine, l’uso del logo EMAS consente al parco di acquisire visibilità a livello europeo, con evidenti vantaggi sul piano dell’immagine
Ecolabel UE, nel caso specifico delle strutture ricettive presenti sul territorio, richiede il rispetto di specifici criteri stabiliti dalla Commissione Europea (Decisione (UE) 2017/175 e s.m.i). L’incisività di una struttura turistica può essere molto importante anche per l’economia locale, in virtù di scelte sostenibili negli acquisti e nel contenimento della quantità di rifiuti prodotti. Una struttura ricettiva, soprattutto se di grandi dimensioni, può incidere significativamente sull’economia locale e sulla diffusione di una coscienza ambientale. Il miglioramento ambientale generato da una struttura che segue i criteri Ecolabel UE offre anche un valore aggiunto in termini di costi alla struttura stessa. Infatti, la riduzione del consumo di energia ed acqua genera anche una riduzione di costi per l’azienda.
Le certificazioni ambientali dei Parchi in Italia
Ai fini di una gestione territoriale che miri allo sviluppo e alla sostenibilità, è necessaria la condivisione di tali obiettivi tra tutti i portatori di interesse, che si traduce nella necessità di instaurare una sinergia tra gli strumenti sopracitati.
L’esame delle esperienze dei parchi italiani ha evidenziato come solo una minoranza di enti gestori abbia raccolto con convinzione la sfida di uno sviluppo turistico sostenibile dell’area attraverso l’adesione al Regolamento EMAS e la promozione dell’adesione a Ecolabel UE da parte delle strutture ricettive presenti sul proprio territorio.
Complessivamente in Italia le aree naturali protette iscritte nell’elenco ufficiale (sesto elenco ufficiale aree protette, 2010) sono 871 e coprono in totale 3163590.71 ha di superficie protetta a terra, 2853033.93 ha di superficie protetta a mare e 658.02 km di costa.
I parchi nazionali sono 24 e coprono quasi 1,5 milioni di ettari a terra e quasi 72mila ettari a mare, e comprendono 484 comuni dislocati su18 regioni; ad essi occorre aggiungere due parchi sommersi e il Santuario internazionale dei mammiferi marini, con altri 2.5 milioni di ettari protetti.
Tra tutti i parchi e le aree naturali protette solo 15 hanno ottenuto la registrazione EMAS mentre per quanto riguarda la Carta Europea per il turismo sostenibile 20 l’hanno già ottenuta e 9 hanno attivato il processo per l’ottenimento.
La situazione in Piemonte
La Regione Piemonte ha istituito, con legge regionale, 94 aree protette, per una superficie complessiva attuale di 137.332 ettari, gestiti da 11 Enti strumentali regionali e da enti locali; questi si aggiungono ai due parchi nazionali presenti in Piemonte: il Gran Paradiso e la Val Grande, che interessano complessivamente una superficie di 48.500 ettari.
A oggi, in Piemonte, risultano in possesso di registrazione EMAS soltanto il Parco nazionale Gran Paradiso e le Aree protette dell’Ossola; nessuno dei Comuni afferenti tali aree risulta registrato EMAS e nessuna struttura ricettiva presente nelle suddette aree risulta in possesso del marchio Ecolabel UE.
Appare, dunque, evidente la necessità di promuovere con maggiore convinzione ed efficacia i due Regolamenti – EMAS ed Ecolabel UE – e sviluppare una maggiore sinergia tra di essi, in modo tale che uno promuova l’altro e si crei, quindi, un circolo virtuoso che coinvolga tutti i soggetti che operano sul territorio e/o che hanno responsabilità nella governance del territorio stesso, basata quest’ultima su tre concetti fondamentali: promozione, conoscenza e innovazione.
In futuro, pertanto, è auspicabile un maggiore impegno, specialmente su alcuni aspetti particolarmente significativi quali ad esempio: la promozione attiva da parte degli enti parco e dei Comuni dell’adesione ad EMAS e a Ecolabel UE, l’incentivazione della collaborazione con le aziende di promozione turistica, la predisposizione di pacchetti turistici con specifici vantaggi per i turisti che alloggiano presso le strutture certificate Ecolabel UE, l’adozione di incentivi e agevolazioni che le P.A., e gli enti pubblici in generale, potrebbero prevedere per le strutture ricettive come riconoscimento degli sforzi effettuati a favore dell’ambiente e infine, ma non ultimo, l’attuazione di azioni di sensibilizzazione che le strutture ricettive potrebbero effettuare verso gli enti parco e i Comuni in cui sono situate affinché essi stessi aderiscano a sistemi di certificazione ambientale, e in particolare a EMAS.
Fonte Piemonte Parchi